(17 Aprile 1961)
Millecinquecento esuli cubani anticastristi, appoggiati dagli Stati Uniti,
approdano sulla spiaggia di Giron (Playa Giron), ubicata nella Baia
dei Porci, nel tentativo d’invadere
l’isola e rovesciare il regime di Fidel Castro, con il quale, dal gennaio 1961,
gli Stati Uniti hanno interrotto ogni relazione diplomatica. Con la legge Helms-Burton
gli Stati Uniti avevano già imposto su Cuba l’embargo, ovvero il blocco degli scambi
commerciali (1), perché con l’avvento del regime molte
proprietà U.S.A. sull’isola furono statalizzati, in particolare con la riforma
agraria e la redistribuzione delle terre ai cittadini cubani.
Soprattutto per questo gli esuli cubani in America furono
addestrati dalla CIA in vista di un’invasione programmata durante
l'amministrazione Eisenhower. La stessa fu infine disposta nell'aprile 1961, appena
tre mesi dopo l'insediamento di John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca. JFK
non era convinto dall’assalto, tanto che decise di non sostenere le forze della
CIA con l'esercito. Con l’apporto dell’esercito
si sarebbe trattato dell’aggressione a uno Stato Sovrano, invece, con l’organizzazione
degli esuli si sarebbe trattato di un Colpo di Stato, frequenti in America
Latina (anche per l’ingerenza della CIA, vedere Dottrina Truman (2),).
Poco dopo l’una a.m. del 15 aprile 1961 scatta l’assalto aereo, i B 26
attaccano le basi cubane ma non riescono a distruggere i velivoli del regime. Va
male anche in mare: due nevi da carico si arenano, mentre gli anticastristi che
sono riusciti a mettere piede sulla sabbia sono uccisi dal fuoco castrista. Solo un intervento dell’esercito
americano avrebbe potuto salvare l’invasione, ma Kennedy resiste alle pressioni
e oppone un secco no
(secondo una teoria, fu proprio questo “no” a determinare l’attentato di
Dallas, dove John Fitzgerald Kennedy perse la vita a causa di un attentato le
cui circostanze non furono mai completamente chiarite).
Per gli esuli è la fine: circa 1000 sono catturati, 107 uccisi. Sull’isola parte la repressione con
migliaia di arresti. Il fallimento dell'operazione è addirittura imbarazzante.
Un fallimento totale, una crisi diplomatica e un regalo alla propaganda
antiamericana. Il disastro, però, non chiude la partita. I fratelli Kennedy
autorizzano nuove iniziative per sbarazzarsi di Fidel e della rivoluzione.
Nella zona sud di Miami, viene organizzata "Jmwave", sigla in codice
per un avamposto Cia, dove gli agenti portano avanti l’Operazione
"mangusta". Questa serie di
“azioni” durarono dal 1961 al 1975. Voluta della presidenza di Dwight D. Eisenhower nel marzo 1960 e
autorizzata dalla presidenza di John F. Kennedy a fine novembre 1961,
portò alla realizzazione in 14 mesi di 5.780 azioni terroristiche e 716 sabotaggi
a infrastrutture economiche cubane.
Il suo obiettivo primario era quello di rendere instabile il governo di Castro ma anch’esso fallì miseramente, contribuendo e rendere più forte il regime. Si racconta che gli americani abbiano studiato 638 metodi per uccidere Fidel. Dall’avvelenamento dei sigari alle conchiglie bomba, dal ricorso a cecchini alla trappola di un’amante. Alcuni erano «complotti» seri, altri tentativi semicomici. Tuttavia per diverso tempo gli esuli continuarono a essere un pericolo.
Questi collocheranno bombe anche su un jet passeggeri, tentando dunque di
colpire civili, e sembra che abbiamo avuto finanziamenti anche dalla mafia, che
aveva trasformato Cuba in un enorme night club con un mix di droga, gioco
d'azzardo e prostituzione. Un anno dopo (1962) il mondo è sull’orlo della Terza
guerra Mondiale per la crisi dei missili russi sull’isola caraibica, tuttavia Kennedy
e Kruscev riuscirono a trovare un compromesso: i russi avrebbero ritirato i
loro missili, ma gli americani si sarebbero astenuti da qualsiasi azione
militare contro Cuba. Il discredito ricadde sulle spalle di John F. Kennedy,
che commentò: "Un vecchio detto dice che la vittoria ha cento padri ma la
sconfitta è orfana".
________________________________________________
[1] Dal
1996 questo embargo è stato addirittura aggravato, stabilendo che gli Stati
Uniti avrebbero annullato le importazioni di quegli Stati che avrebbero
effettuato scambi commerciali con Cuba. Questa legge è stata considerata
illegittima da diversi giuristi di diritto internazionale perché, su tutto,
costringe l’economia cubana a uno stato di povertà.
2Il 12 marzo 1947 dinanzi al congresso il presidente americano Harry Truman enuncia la dottrina Truman o dottrina del contenimento, chiedendo la disponibilità di 400 milioni di dollari per aiutare Grecia e Turchia e l’estensione dei sui poteri per salvare, se ce ne fosse bisogno, tutti i popoli la cui democrazia venga minacciata dai totalitarismi. Viene emanata la legge che passa alla storia come dottrina Truman e che lascia la possibilità al presidente di aiutare qualsiasi paese che ne faccia domanda purché minacciato da totalitarismi. È importante ribadire come l’Unione Sovietica fosse centrale nei pensieri di Truman, anche se nel suo discorso tale Paese non venne mai direttamente
a. (https://www.fattiperlastoria.it/
#vincenzomariadascanio
Nessun commento:
Posta un commento