(23 Aprile1945) Il CLN delibera
l'avvio popolare per l’insurrezione, al fine di liberare la città di Genova dai
nazifascisti. Il Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria e il
Comando Militare Regionale decidono di far partire un’offensiva definitiva
contro i presidi militari nazifascisti. Il 26 Aprile Genova è
definitivamente libera, i partigiani hanno vinto.
Intanto un proclama destinato espressamente ai
fascisti fu emanato dal CLNAI e dal CVL il
19 aprile 1945 e diffuso nel Nord Italia da Sandro Pertini.
“La battaglia finale contro la
Germania hitleriana volge a passi rapidi e sicuri verso il trionfo definitivo
delle potenze alleate dei popoli democratici. La cricca hitleriana e fascista
sente venire la propria fine e vuol trascinare nella rovina estrema le ultime
forze che le restano e, con esse, il popolo e la nazione. È una lotta inutile
ormai per i nazifascisti, è un suicidio collettivo. Una sola via di scampo e
di salvezza resta ancora a quanti hanno tradito la patria, servito i tedeschi,
sostenuto il fascismo: abbassare le armi, consegnarle alle formazioni
patriottiche, arrendersi al Comitato di liberazione nazionale.
Arrendersi o perire!
È l’intimazione che deve essere
fatta a tutte le forze nazifasciste, a quelle tedesche come a quelle italiane,
a quelle volontarie fasciste come a quelle coscritte del cosiddetto esercito
repubblicano. Sia ben chiaro per tutti che chi non si arrende sarà sterminato. Sia
ben chiaro per i componenti delle forze armate del cosiddetto governo fascista
repubblicano che chi sarà colto con le armi in mano sarà fucilato. Solo chi
abbandona oggi, subito, prima che sia troppo tardi, volontariamente, le file
del tradimento, solo chi si arrende al Comitato di Liberazione Nazionale,
consegna le armi – quante armi può – ai patrioti avrà salva la vita, se non si
sarà macchiato personalmente di più gravi delitti. Il Comitato di Liberazione
Nazionale e le formazioni armate del Corpo dei Volontari della Libertà non
accettano e non accetteranno mai – in armonia con le decisioni dei capi
responsabili delle Nazioni Unite – altra forma di resa dei nazifascisti che non
sia la resa incondizionata. Che nessuno possa dire che, sull’orlo della tomba,
non è stato avvertito e non gli è stata offerta un’estrema ed ultima via di
salvezza.”
I fatti: Genova, pomeriggio del 24
Aprile. I partigiani occupano gli edifici pubblici, troncano la circolazione
ferroviaria in tutta la Liguria, privano i tedeschi dell'elettricità,
dell'acqua e della possibilità di comunicare per via telefonica. Per i tedeschi
sono chiuse tutte le vie d’uscita. Una colonna di artiglieria tenta una sortita
ma viene prontamente spazzata via. Quella di Genova, secondo molti storici, può
essere considerata "l’insurrezione perfetta" sotto qualsiasi punto di
vista, tanto sul piano militare quanto su quello politico, eseguita in una
città in cui tutte le condizioni obiettive erano a favore del nemico.
Circa 30 mila tedeschi sono
addensati nel breve tratto della riviera ligure nei pressi di; 50 pezzi di
artiglieria di medio calibro, dal 75 al 104, piazzati lungo la cintura di
difesa esterna, 15 grossi calibri, dal 152 al 381, pronti a entrare in azione
ad Arenzano, Monte Moro e Portofino. Di fronte allo schieramento nemico, le
forze partigiane non superano un settimo delle forze tedesche (tenendo
conto anche dei partigiani della montagna, gli unici provvisti di armi
automatiche). In città, secondo le previsioni del "Comando Piazza",
non più di 3 mila sappisti e gappisti, dotati per la maggior parte di pistole».
Al momento della mobilitazione generale, però, ai quattro settori militari
affluiscono non solo i 3 mila uomini delle Sap già in forza, "ma un numero
di cittadini superiore di almeno dieci volte alle previsioni."
Dopo due giorni il generale tedesco
Meinhold firma la resa definitiva. Il testo è sottoscritto anche dal presidente
del Cln di Genova, Remo Scappini, operaio comunista originario di Empoli.
"Tutte le forze germaniche di terra e di mare alle dipendenze del
signor generale Meinhold si arrendono alle forze armate del Corpo volontari
della Liguria alla dipendenze del Comando militare per la Liguria. La resa
avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete
modalità e in primo luogo con la consegna delle armi. La resa avrà decorrenza
dalle ore 9 del giorno 26 aprile 1945."
Per la sua vittoriosa insurrezione
la città di Genova è insignita di medaglia d'oro al valor militare con la
seguente motivazione: "Amor di Patria, dolore di popolo oppresso, fiero spirito di
ribellione animarono la sua gente nei venti mesi di dura lotta il cui
martirologio è nuova fulgida gemma all'aureo serto di gloria della "Suprema"
repubblica marinara. I caduti il cui sangue non è sparso invano, i deportati il
cui martirio brucia ancora nelle carni dei superstiti, costituiscono il
vessillo che alita sulla città martoriata e che infervorò i partigiani del
massiccio suo Appennino e delle impervie valli, tenute dalla VI zona operativa,
a proseguire nella epica gesta sino al giorno in cui il suo popolo suonò la
diana della insurrezione generale. Piegata la tracotanza nemica, otteneva la
resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e
l'onore. Il valore, il sacrificio e la volontà dei suoi figli ridettero alla
madre sanguinante la concussa libertà e dalle sue fumanti rovine è sorta nuova
vita santificata dall'eroismo e dall'olocausto dei suoi martiri. - 9 settembre
1943 - Aprile 1945"
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