"Mentre giravo mi
accorsi che una delle due guardie che gli stavano accanto, piangeva. Fermai
tutto e quella comparsa mi bisbigliò "A dottò, me scusi, ma 'sto Volonté
me commuove davvero". (Giuliano Montaldo sulle riprese di Sacco e
Vanzetti, frammento di un'intervista pubblicato sul sito ufficiale dell'attore.)
(09 Aprile1933) Nasce a Milano Gian Maria Volonté, attore teatrale e
cinematografico. Il padre Mario era un milite fascista originario di Saronno
(provincia di Varese) che nel 1944 fu al comando della Brigata Nera di
Chivasso. La madre, Carolina Bianchi, proveniva da una benestante famiglia
d'industriali milanesi. Il futuro attore trascorse un'infanzia difficile e
infelice per via della precarietà economica familiare, causata innanzitutto
dall'arresto del padre, comandante della Brigata Nera di Chivasso in attesa di
processo, morto forse suicida o forse per le percosse ricevute dai carcerieri.
Mario Volonté si trovava incarcerato con l'accusa di aver ordinato la
fucilazione di alcuni partigiani.
L’esordio in teatro è del 1957, quello sul grande schermo è del 1960. E' il
protagonista di uno dei più celebri film italiani a sfondo
politico-giudiziario, "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni
sospetto," di Elio Petri. Ottenuta la notorietà (Felice Laudadio lo definì
"il più grande attore italiano del suo tempo"), continua a dedicarsi
a un genere di cinema politicamente impegnato, recitando nel corso degli anni
settanta in film come "Uomini contro" (1970) e "Il caso
Mattei" (1972), entrambi di Francesco Rosi, nonché "Sacco e
Vanzetti" di Giuliano Montaldo (1971) e "Sbatti il mostro in prima
pagina" di Marco Bellocchio (1972).
Tuttavia il suo impegno
politico è presente anche nella vita privata. Volonté è stato iscritto al
Partito Comunista Italiano, comparendo anche nelle liste elettorali del 1975,
salvo venirne allontanato quando aiutò a fuggire dall'Italia Oreste Scalzone,
suo amico e leader di Autonomia Operaia, condannato a 16 anni di reclusione.
Oreste Scalzone ricorda: "Avevo conosciuto Volonté nel 1964 a Roma, quando
entrambi fummo scomunicati per aver cercato di mettere in scena a Roma l' opera
di Hockhut ' Il Vicario' , sul silenzio di Pio XII sull' Olocausto. Quindi
assieme realizzammo il progetto del giornale operaista ' La Classe' , dopo di
allora i nostri percorsi continuarono paralleli per rincontrarci quando,
ridotto come uno scheletro, lasciai il policlinico Gemelli, dove ero stato
trasferito dal carcere". "In quei giorni" continua Scalzone
"stavo decidendo una fuga forse senza fine, per non essere ostaggio.
Qualcuno mi proponeva di espatriare attraverso i monti con gli sci, poi la
possibilità concreta mi venne offerta proprio da Volonté che disponeva di una
barca a vela con la quale raggiungemmo prima la Sardegna e poi la Corsica.
Sulla vela della barca di Gian Maria" aggiunge Scalzone "c' era un
verso di Valery che oggi in particolare mi piace ricordare: ' Si alza il vento,
bisogna tentare di vivere' ".
Nel 1994 Volonté muore durante le riprese del film "Lo sguardo di
Ulisse" di Theo Angelopoulo; è stroncato da un arresto cardiaco. Verrà
sostituito da Erland Josephson e il film verrà dedicato alla sua memoria. Il
suo funerale si svolge a Velletri, dove risiedeva. Le sue spoglie riposano,
come sua volontà, sotto un albero nel piccolo cimitero di La Maddalena, in
Sardegna. Nel 2004, per il decennale della scomparsa, la città di Roma gli ha
dedicato una via nel quartiere nuovo Casale di Nei.
#vincenzomariadascanio
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