mercoledì 7 aprile 2021

Le colpe del colonialismo: il massacro in Ruanda.


 


 

(07 Aprile1994) Inizia a Kigali, capitale del Ruanda, il genocidio dell’etnia Tutsi da parte della maggioranza Hutu. Nel 1993 si raggiunse un accordo che prevedeva la spartizione del potere tra Tutsi e Hutu, ma una frangia estremista Hutu, visto compromesso il proprio potere, acquisito in seguito alla decolonizzazione, organizza lo sterminio dell’etnia rivale.


Il genocidio del Ruanda fu uno dei più sanguinosi episodi della storia africana del XX secolo. Dall'aprile al luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di arma da fuoco, machete e bastoni chiodati) almeno 500.000 persone, secondo le stime di Human Rights Watch. Il numero delle vittime tuttavia è salito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o addirittura 1.000.000 di persone. Il genocidio, ufficialmente, è considerato concluso alla fine dell'Opération Turquoise, una missione umanitaria voluta e intrapresa dai francesi, sotto egida dell'ONU.


Le vittime come detto furono prevalentemente di etnia Tutsi, corrispondenti a circa il 20% della popolazione, ma le violenze coinvolsero anche Hutu moderati appartenenti alla maggioranza del paese. L'odio interetnico fra Hutu e Tutsi costituì la radice scatenante del conflitto, pur se l'idea di una differenza di carattere razziale fra queste due etnie è estranea alla storia ruandese e rappresenta semmai uno dei lasciti più controversi del retaggio coloniale belga.


Fu infatti l'amministrazione coloniale del Belgio che, a partire dal 1926, trasformò quella che infatti era una semplice differenziazione socio-economica (gli Hutu erano agricoltori, i Tutsi allevatori: i matrimoni misti fra i due gruppi erano comuni) in una differenza razziale basata sull'osservazione dell'aspetto fisico degli individui.


Essi osservarono che i Twa, un terzo gruppo etnico dell'area, corrispondente ad appena l'1 % della popolazione, erano di bassa statura (come i pigmei), gli Hutu di media altezza, mentre i Tutsi erano di altezza maggiore, con lineamenti del volto e del naso più sottili e delicati. Così facendo i gruppi s'irrigidirono e non fu più possibile cambiare gruppo. I Tutsi divennero i ricchi e padroni del Paese, gli Hutu i poveri che potevano soltanto subire.


Dopo sanguinose rivolte e massacri, gli Hutu, con l'accordo dei belgi, presero il potere nel 1959–1962 e iniziò la lunga persecuzione dei Tutsi. Molti di loro fuggirono nei Paesi limitrofi, soprattutto in Uganda. Erano Hutu anche i due gruppi paramilitari principalmente responsabili dell'eccidio: Interahamwe e Impuzamugambi.



#vincenzomariadascanio

 

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