martedì 6 aprile 2021

Isaac Asimov e le tre leggi sulla robotica.


 


 

"In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate". (Isaac Asimov)

 

(06 Aprile 2006) Muore a New York Isaac Asimov, scrittore e biochimico russo. Le sue opere sono considerate tra le più importanti sia nel campo della fantascienza sia in quello della divulgazione scientifica. È autore di una vasta produzione, stimata intorno ai 500 volumi pubblicati, incentrata non solo su argomenti scientifici ma anche sul romanzo poliziesco, la fantascienza umoristica e la letteratura per ragazzi. Asimov era stato infettato dal virus HIV durante una trasfusione di sangue nel 1983, ma che la causa della sua morte fosse stata l'AIDS è stato rivelato solo dieci anni dopo dalla moglie Janet nella biografia "It's Been a Good Life."

 

Nato in una famiglia ebrea il 2 gennaio 1920 a Petrovichi (Bielorussia), a soli tre anni emigra con la famiglia negli Stati Uniti, stabilendosi a Brooklyn. Il padre acquista un emporio di giornali e dolci, e Asimov inizia ad appassionarsi con sempre più fervore alla fantascienza, leggendo le riviste che periodicamente arrivavano al padre. Lo studio diventerà l'attività principale del giovane Isaac: prenderà due lauree, una in Chimica e una in Filosofia. Del resto aveva un quoziente intellettivo molto alto (intorno a 160, secondo i test in uso all'epoca). Le doti straordinarie del bambino prodigio emergono immediatamente. Basti pensare, ad esempio, che a soli cinque anni impara a leggere da solo (quasi come Leopardi) e che da quel momento in poi non smetterà più di leggere libri e di studiare. Sarà una sorta di “bimbo prodigio”, e la manifestazione di questa precoce intelligenza non tradirà le attese.

 

Negli anni 1940 Asimov formulò le "tre leggi della robotica", primo embrione di un’etica dei robot o, con un neologismo ormai corrente, di una «roboetica».

1) Un robot non può in alcun modo procurare danni a un essere umano e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, un essere umano possa essere danneggiato.

2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla prima legge (ovvero, un essere umano non può utilizzare un robot come killer).

3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la sua autodifesa non contrasti con la prima o con la seconda Legge.

 

Tra il 1949 e il 1958 insegna alla prestigiosa School of Medicine dell'università di Boston. L'anno successivo esce il suo primo romanzo, "Paria dei cieli". Più tardi è la volta della raccolta "Io, robot" (da cui sara' tratto il recente film con Willy Smith intitolato, appunto, "Io, Robot") e del suo primo libro di saggistica. L'anno successivo nasce il figlio David.

 

Nel 1974 inizia il ciclo dei "Vedovi Neri", (le vicende di un club di amici che si cimentano nell'investigazione). Nel 1976 esce l'antologia "The Bicentennial Man and Other Stories" (per la ricorrenza del bicentenario della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d'America) dal cui racconto principale “L'uomo bicentenario”, è stato tratto l'omonimo film nel 2000, con protagonista Robin Williams.

 #vincenzomariadascanio

Nessun commento:

Posta un commento